Risarcita la maestra che si è vista non rinnovare il contratto a causa del suo orientamento sessuale

Condannato un istituto scolastico religioso a versarle oltre 43.000 euro come ristoro economico

Risarcita la maestra che si è vista non rinnovare il contratto a causa del suo orientamento sessuale

Va risarcita l’insegnante lesbica che proprio a causa del suo orientamento sessuale si è vista rifiutare il rinnovo del contratto da un istituto scolastico religioso. Per i giudici è evidente la gravissima discriminazione da lei subita, assolutamente non giustificabile col diritto della scuola di avere uno specifico progetto educativo con chiari peculiarità religiose. Consequenziale, quindi, non solo il danno patrimoniale, quantificato in oltre 13.000 euro, ma anche quello morale, quantificato in 30.000 euro. Respinte le obiezioni proposte dai legali dell’istituto religioso. In particolare, la libertà di organizzazione della scuola non può, spiegano i giudici, legittimare condotte apertamente discriminatorie come quelle subite dalla insegnante. Evidente, poi, il danno morale subito dalla donna, anche per il discredito da lei subito. A questo proposito i giudici sottolineano che l’atto discriminatorio è lesivo della dignità umana e intrinsecamente umiliante per la persona. (Ordinanza 30171 del 2 novembre 2021 della Cassazione)

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