Padre aggressivo: figli minori affidati alla madre

Necessario valutare autonomamente i comportamenti violenti o aggressivi di un genitore, anche se oggetto di archiviazione in sede penale, al fine di adottare misure idonee a proteggere la prole

Padre aggressivo: figli minori affidati alla madre

Figli minori affidati alla madre se il padre tiene condotte aggressive e si mostra non in grado di conservare l’autocontrollo. Irrilevante, chiariscono i giudici (ordinanza numero 7409 del 20 marzo 2025 della Cassazione), il fatto che in ambito penale sia stato archiviato il procedimento che vedeva l’uomo sotto accusa per il reato di maltrattamenti. Allargando l’orizzonte, i giudici ribadiscono la necessità, in materia di affidamento dei figli minori, di valutare autonomamente i comportamenti violenti o aggressivi di un genitore, anche se oggetto di archiviazione in sede penale, per l’appunto, al fine di adottare misure idonee a proteggere le vittime, ossia la prole, dalla possibile reiterazione di tali condotte. E, in questa ottica, la violenza domestica, che comprende atti di violenza fisica, psicologica o economica, nonché la violenza a cui hanno purtroppo assistito i minori, costituisce elemento rilevante per valutare l’inadeguatezza genitoriale e può giustificare l’affidamento esclusivo della prole all’altro genitore. Ciò con l’obiettivo di salvaguardare il diritto del minore a vivere in un ambiente sano. Inutili, nella delicata vicenda presa in esame dai giudici, le obiezioni sollevate dall’uomo. Anche perché, sottolineano i giudici, nonostante il provvedimento di archiviazione in sede penale, sono state accertate condotte violente tenute dall’uomo in ambito familiare, quali il danneggiamento di una porta e l’episodio del pugno sferrato alla donna. Logico, quindi, parlare di situazione familiare connotata da violenza. Rilevanti, poi, anche gli ulteriori comportamenti violenti ed intemperanti tenuti dall’uomo, alla presenza dei figli minori, nei confronti degli operatori del consultorio incaricati di agevolarne il diritto di visita. Raccapricciante, quindi, il complessivo quadro di violenza che connotava la vita familiare, con cui, peraltro, si pongono in continuità, aggiungono i giudici, anche gli atti successivi alla fine della convivenza compiuti dall’uomo, senza dimenticare la violenza compiuta dall’uomo alla presenza dei minori. Tirando le somme, il genitore che con il proprio comportamento costringe il figlio ad assistere ad atti di violenza sull’altro genitore, o ad atti comunque aggressivi, lede il diritto del bambino a vivere in un ambiente sano. E, pertanto,, laddove i comportamenti violenti e aggressivi del genitore siano accertati, è necessario adottare misure idonee a proteggere le vittime dalla possibile reiterazione di questi comportamenti e da contatti con un genitore inadeguato.

News più recenti

Mostra di più...