Per i giudici è semplice la lettura dei comportamenti tenuti dall’uomo ai danni della madre
I comportamenti aggressivi e minacciosi del figlio all’indirizzo di un genitore sono catalogabili come stalking. I giudici hanno confermato la responsabilità penale di un uomo, reo di avere ripetutamente preso di mira la madre. Assolutamente certe le azioni compiute ripetutamente dal figlio e catalogabili come molestie e minacce. Così devono essere inquadrati, difatti, secondo i giudici, i danneggiamenti dell’auto della madre, le minacce realizzate con il gesto di tagliarle la gola, i colpi inferti con un bastone al mobiletto presente nell’abitazione dei genitori, l’aggressione fisica alla madre, a cui l’uomo ha stretto il collo, ingiuriandola e minacciandola, per poi romperle il telefonino che la donna avrebbe voluto utilizzare per chiamare le forze dell’ordine. Per i giudici, il delitto di atti persecutori si configura anche quando la condotta si è manifestata in una attività di danneggiamento che abbia provocato nella persona offesa uno stato di ansia, come in questa vicenda.